Il miglior cane da tartufo

“Se chiedete a mille tartufai (…) quali sono il cane o la razza più adatti, vi risponderanno immancabilmente che cani e razza migliori sono quelli che hanno in cortile in quel momento.”

Prendo in prestito le parole del dr. Morsiani per dire come sia sicuramente difficile affrontare questo argomento in modo obbiettivo, in quanto ognuno può essere condizionato dalle proprie scelte ed esperienze.

Visto però che su questo tema si legge e si sente di tutto, comprese molte cose senza alcun fondamento, voglio provare a fare qualche considerazione basata su alcuni semplici concetti cinotecnici e sulla mia esperienza

La nostra esperienza

Io vado a tartufi da 50 anni, mio padre ci va da oltre 80, non siamo mai stati tartufai professionisti ma praticavamo questa attività per passione quando molti dei “professionisti” attuali non sapevano neanche di cosa si trattasse. Siamo sempre stati interessati all’allevamento ed alla selezione di cani da tartufo prima con cani di varie razze da caccia e meticci, negli ultimi 30 anni ci siamo avvicinati al Lagotto Romagnolo. Noi pratichiamo prevalentemente la ricerca del tartufo bianco (tuber magnatum pico) sulle colline romagnole, un tartufo sicuramente difficile, nelle nostre zone, visto il gran numero di cercatori, andiamo anche al bianchetto ed al nero soprattutto per addestrare i cani.

Qualsiasi cane va bene per andare a tartufi basta addestrarlo?!

Siamo proprio sicuri? Questa affermazione è in contrasto con le più semplici nozioni zootecniche e cinotecniche. Con lo stesso principio qualsiasi cane va bene per andare a caccia e allora non si capisce perchè sono state selezionate una moltitudine di razze ciascuna con sue caratteristiche particolari ed adatta ad una certa selvaggina in un certo ambiente.

Se l’uomo nel corso dei secoli ha selezionato numerose razze di cani con caratteristiche particolari per le più diverse attività, sembra impossibile sostenere che per una attività specifica e difficile come la cerca del tartufo la genetica non sia di alcuna utilità.

Queste fin troppo scontate considerazioni teoriche trovano facilmente riscontro nella pratica e per questo noi preferiamo impiegare il nostro tempo nella selezione di soggetti con le caratteristiche che ci piacciono, piuttosto che cercando di addestrare quello che capita. Partendo da soggetti con una buona predisposizione si accorciano i tempi di addestramento e si ottengono risultati migliori.

Un buon addestratore, lavorando con pazienza può far forare qualsiasi cane, ma da un brocco potrà al massimo tirare fuori un onesto lavoratore, mentre solo partendo da soggetti con grandi qualità naturali si può ottenere un campione.

Su terreni e tartufi “facili” e quindi poco selettivi (ad esempio scorzone o bianchetto) anche un cane di livello modesto può fornire un rendimento soddisfacente, mentre in situazioni difficili, dove il cane deve essere in grado di trovare il tartufo prima degli altri, la differenza tra un campione ed un soggetto mediocre appare in tutta la sua evidenza.

Caratteristiche del cane da tartufi ideale

Noi ci riteniamo piuttosto esigenti ed ai caratteri strettamente funzionali cerchiamo di abbinare da sempre anche caratteristiche estetiche. Chiediamo ai nostri cani non solo di trovare il tartufo, ma di cercarlo con un’azione appassionata e piacevole da vedere, cosa che aumenta notevolmente la soddisfazione nello svolgere questa attività.

va notato che comunque si tratta di una bellezza funzionale in quanto, almeno nella nostra esperienza, una cerca intensa e briosa, sostenuta da una grande volontà e concentrazione, oltre che essere bella da vedere è anche estremamente redditizia.

Il nostro cane ideale deve avere una passione innata per la cerca ed il riporto, uno scarso (o nullo) interesse per la selvaggina, un carattere equilibrato con una buona predisposizione all’addestramento, un’azione molto briosa con un buon collegamento al conduttore. Partendo da queste caratteristiche il fuoriclasse emerge per la volontà e per la grande capacità di concentrazione che gli permette di indirizzare sulla cerca del tartufo tutto il suo potenziale olfattivo, senza lasciarsi distrarre da altre emanazioni e senza lasciarsi scoraggiare dagli eventuali ostacoli.

Può sembrare strano ma la semplice potenza olfattiva non è di grande utilità: intanto è difficilmente misurabile e comunque quello che fa la differenza è la capacità di concentrare l’olfatto su una determinata ricerca.

In generale quasi tutti i cani avrebbero un olfatto più che sufficente per la cerca del tartufo, quello che conta è quanto del loro olfatto riescono ad impiegare in questo lavoro senza distrazioni.

Specialista o generico?

Un buon cane dovrebbe sapersi adattare con risultati soddisfacenti a tutti i tipi di tartufo in tutte le situazioni ambientali. Il soggetto che nasce come “specialista” di un certo tartufo o di un certo ambiente probabilmente presenta alcune carenze che lo rendono inadatto ad altre condizioni.

Diverso è il discorso per quei soggetti che diventano “specialisti” perchè portati prevalentemente o esclusivamente su un tipo di tartufo, in questo caso è normale che dopo un certo tempo possano non rendere al meglio in altre situazioni.

Ci possono essere delle differenze legate all’ambiente ed al clima, un cane a pelo lungo può soffrire il caldo ma in questo caso si può tosare, un cane a pelo corto può soffrire il freddo ma in una attività di grande movimento e sforzo fisico questo avviene piuttosto raramente.

Lento o veloce?

Questa è sicuramente una delle diatribe più appassionanti tra i tartufai e messa in questi termini è probabilmente senza soluzione.

Il cane ideale deve essere veloce e lento al tempo stesso o meglio deve avere una cerca ampia, condotta ad andatura sufficentemente brillante che gli consenta una buona copertura del terreno. Deve però anche saper restringere la cerca su determinate aree, individuate da lui o indicate dal conduttore, analizzandole in modo estremamente accurato, per individuare anche le “forate” più difficili.

E’ proprio dall’unione di queste caratteristiche in apparente contraddizione che nasce un cane da tartufi completo, in grado di rendere al meglio in tutte le condizioni, in qualche caso può nascere un vero campione.

Maschio o femmina?

Probabilmente non c’è una risposta univoca, tra un maschio ed una femmina è meglio… quello più bravo. Entrambi possono avere dei problemi, il maschio è più facilmente distratto da odori lasciati da altri cani, la femmina due volte all’anno va in estro ed andrebbe lasciata a casa per 25 giorni (oggi in modo decisamente incivile molti vanno a tartufi anche con le cagne in estro causando notevoli problemi agli altri tartufai sia che abbiano dei maschi che delle femmine). La maggior parte dei tartufai preferisce le femmine, noi andiamo un po’ controcorrente ed in questo momento la maggior parte dei nostri cani di punta sono maschi. Comunque se avete un cane solo e non volete mai lasciarlo a casa meglio un maschio!

Scelta del cane

Innanzi tutto non bisogna avere fretta, un cane non è una macchina, non viene prodotto in serie ed una volta acquistato ci dovrebbe accompagnare per un certo numero di anni, per questi motivi è necessario avere le idee chiare su quello che si sta cercando ed essere disponibili ad aspettare di trovare un soggetto il più possibile corrispondente alle proprie esigenze.

Prima di tutto occorre valutare se indirizzarsi su un cucciolo o su un soggetto adulto già addestrato, quest’ultima soluzione è solo apparentemente più costosa ma abbrevia i tempi e permette di scegliere un cane con caratteristiche già definite.

Se ci si orienta su un soggetto già addestrato la valutazione del singolo soggetto prevale su altre considerazioni più generali (ad esempio la razza o il sesso). In questo caso è necessario avere le idee chiare sul tipo di cane che si sta cercando, si deve vedere il cane al lavoro in un terreno naturale, se necessario più di una volta e soprattutto si dovrebbe essere in grado di valutarne pregi e difetti. Per chi fosse alle prime esperienze è sicuramente consigliabile farsi accompagnare da una persona di fiducia con una maggiore esperienza.

A parità di rendimento sarebbe senz’altro da preferire un soggetto più giovane e che abbia ricevuto un addestramento meno intenso, in questo caso il rendimento del soggetto sarà più condizionato dalle qualità naturali che dall’addestramento, quindi saranno maggiori le probabilità che mantenga lo stesso rendimento anche con un altro conduttore ed avrà ancora ampi margini di miglioramento.

Contrariamente a quello che si può pensare, in genere il cane si affezionerà molto in fretta al nuovo proprietario, specie se si tratta di un soggetto giovane.

Se ci si orienta sull’acquisto di un cucciolo prevale la valutazione delle attitudini alla cerca del tartufo delle diverse razze. Visto che addestrare un cane da tartufi richiede comunque un impegno notevole, è opportuno orientare la nostra scelta su una razza che ci offra buone probabilità di vedere il nostro lavoro coronato dal successo.

Un cane con buone attitudini che va a tartufi perchè gli piace impara prima e diventa migliore di uno che siamo riusciti a “costringere” a cercare il tartufo dopo infiniti sforzi e che fa questo lavoro solo per farci un piacere.

Oltre al Lagotto sono numerose le razze che vengono impiegate in modo significativo per la cerca del tartufo, in gran parte si tratta di cani da caccia. Provo a citarne alcune di utilizzo prevalente nella mia zona: partiamo da cani da ferma come il Pointer, il Kurzhaar, il Bracco Ungherese, alcune razze da cerca e riporto come lo Springer Spaniel ed il Cocker Spaniel Inglese (prima che avesse le orecchie di oggi), negli ultimi tempi anche il Labrador. Accanto ai cani di razza sono sempre stati utilizzati anche molti meticci.

Probabilmente non ci sono consigli validi in assoluto, ognuno può apprezzare un certo tipo di cane per determinate caratteristiche.

Noi, sulla base delle esperienze fatte, abbiamo scelto il Lagotto perchè lo consideriamo mediamente superiore alle altre razze pure, in particolare per quanto riguarda la predisposizione a questo lavoro, quindi la percentuale di soggetti che ottengono buoni risultati nella cerca del tartufo, la facilità di addestramento e la precocità. Il Lagotto da quasi un secolo viene selezionato solo per la cerca del tartufo e tutti gli allevatori lavorano in questa direzione, mentre se prendiamo un cane da caccia dovremo trovare un soggetto che abbia un istinto venatorio poco sviluppato, quindi dovremo operare al contrario della selezione che storicamente è stata portata avanti su quella razza.

In passato abbiamo ottenuto buoni risultati anche con certi incroci che coniugavano molto bene le caratteristiche delle diverse razze di partenza, abbiamo però osservato una grande incostanza di risultati tra una generazione e l’altra, dovuta probabilmente alla variabilità del patrimonio genetico. Passando al Lagotto abbiamo riscontrato una costanza di trasmissione dei caratteri tra le diverse generazioni, condizione fondamentale per operare una selezione. In questo caso il vantaggio è dato dal fatto di lavorare con una razza pura con caratteristiche ben fissate e quindi maggiormente trasmissibili.

Vorrei terminare con alcune considerazioni solo apparentemente scontate e banali:

Non esiste un cane bravo che non se ne possa trovare uno migliore.

Il cane a cui nessuno “fora di dietro” deve ancora nascere.

Tra un bravo cane ed un “fenomeno” c’è una differenza abissale.

Se uno non ha mai visto un cane “fenomeno” probabilmente non sa neanche come potrebbe essere

Se alla fine di questa lettura ne avete ancora voglia… mandatemi le vostre considerazioni in merito!

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